Le caratteristiche uniche degli agrumi

Profumo intenso, colore brillante e polpa succosa, gli agrumi siciliani sono noti ormai da tempo per le loro eccellenti caratteristiche organolettiche.
La storia degli agrumi siciliani ha origine in Asia, nelle regioni di Cina e Indonesia infatti furono scoperti intorno all’anno 1000 a.c. i primi arbusti di agrumi.
Ben presto anche le popolazioni dell’Iraq iniziarono a conoscere questi frutti diffondendoli fino alla Grecia.
Tuttavia fu solo in tempi piuttosto recenti, intorno al 1800, che la Sicilia iniziò ad accrescere la produzione di arance, limoni e cedri incitata dalla necessità di rispondere alle richieste di approvvigionamento della Royal Navy inglese che occupava il territorio siciliano.
Proprio in quel periodo si registrò un forte ampliamento dei terreni dedicati alla coltivazione di agrumi con un risultato nella produzione tale da posizionare la Sicilia tra i vertici internazionali nell’esportazione di agrumi principalmente verso USA, Inghilterra e Russia.
Attualmente in Sicilia il 60% dei terreni sono impegnati nella produzione di agrumi dalle caratteristiche uniche al mondo: l’intensa pigmentazione rossa dell’arancia Sanguinello e il sapore inconfondibile di mandarini, limoni e cedri.

Il sapore inconfondibile degli agrumi siciliani: arance, limoni e mandarini

La Sicilia è da sempre considerata la terra degli agrumi, primo fra tutti l’arancia.

La varietà rossa è sicuramente la più caratteristica dell’isola: tarocco, sanguinello e moro presentano una colorazione della polpa interna di colore rosso scuro dovuta alla presenza di pigmenti antocianici che reagiscono all’importante sbalzo termico accusato durante la stagione invernale nei territori alle pendici dell’Etna.
Qui infatti il clima può raggiungere fino a 20 gradi durante il giorno e scendere a 5 gradi la notte.

Un’altra varietà coltivata nella zona di Ribera è rappresentata dalle arance Navel.
Di derivazione brasiliana, questo frutto presenta una polpa di colore arancione brillante e una piccola conca sulla buccia in prossimità del picciolo che ricorda un ombelico, in inglese navel.
La scorza dell’arancia siciliana è ricca di olio essenziale utilizzato nell’industria delle bevande e delle caramelle grazie all’alto contenuto di carotenoidi e di valencene.

Il limone siciliano è tra i più buoni al mondo ed è presente nella regione in due differenti varietà: il Femminello di Siracusa e l’Interdonato di Messina.
La terza fioritura del Femminello dà vita al cosiddetto Verdello chiamato così per il colore intenso della buccia che tende al verde piuttosto che al giallo come per le altre varietà.
Questa tipologia possiede ottime caratteristiche organolettiche ed è specifico del periodo tra agosto e fine ottobre.

Il mandarino, introdotto in Europa come pianta ornamentale nell’800, arrivò a Malta tramite gli inglesi come curiosità della botanica e da qui approdò in Sicilia dove grazie al clima e alle caratteristiche del terreno trovò un habitat ideale per diffondersi rapidamente.
Le varietà maggiormente coltivate sono Avana e Tardivo di Ciaculli che prende il nome dalla zona in cui è stato scoperto in provincia di Palermo.
Le sue caratteristiche sono il gusto eccezionale e la tardiva maturazione rispetto all’Avana che si raccoglie da novembre a febbraio.
L’olio essenziale di mandarino è noto per la sua fragranza dolce e fresca e le sue proprietà antibatteriche e astringenti.

Il valore aggiunto degli agrumi siciliani

La Sicilia ricopre oggi una posizione di rilievo nella produzione di agrumi dalle ineguagliabili qualità rispetto al resto del mondo principalmente per le eccellenti caratteristiche organolettiche.
La costante crescita nella richiesta degli agrumi siciliani ha incentivato la ricerca e lo sviluppo di nuove specialità al fine di aumentare l’offerta.

I continui investimenti tecnologici uniti alle collaborazioni con i produttori per garantire la tracciabilità delle materie prime intendono soddisfare la richiesta fornendo un prodotto sempre qualitativamente migliore.
L’attenzione alla sostenibilità ambientale si traduce infine nell’attuazione di pratiche per limitare gli sprechi e recuperare gli scarti di produzione.